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Roma nella politica di sviluppo rurale

Il Piano di sviluppo rurale (Psr) 2007-2013 della Regione Lazio, per la prima volta, ha ritenuto che le azioni di governo della campagna rurale della Regione non debbano più prescindere da quanto avviene all’interno del territorio urbano di Roma e dai cambiamenti del sistema economico e sociale dell’area metropolitana romana

Nel predisporre il Piano di sviluppo rurale (Psr) 2007-2011, la Regione Lazio ha deciso per la prima volta di tener conto delle peculiarità delle aree agricole del Comune di Roma. Questa scelta strategica discende dall’idea che i comportamenti e le azioni della città di Roma riguardo le aree verdi, i terreni coltivati e quelli boschivi, estesi su una superficie di oltre 51 mila ettari vadano necessariamente a ripercuotersi sull’intera organizzazione e gestione del territorio rurale del Lazio.

Si è quindi ritenuto che le azioni di governo della campagna rurale della Regione non debbano più prescindere da quanto avviene all’interno del territorio urbano di Roma e dai cambiamenti del sistema economico e sociale dell’area metropolitana romana. Conseguentemente, la presenza della Capitale, come centro di produzione di beni e servizi, di cultura e di azioni di governo non rappresenta più nel Psr semplicemente un “vuoto” non rurale, ma viene considerata come un insieme di forze che si propagano influenzando i comportamenti di coloro che vivono e agiscono nel territorio circostante, fino ad estendersi a tutta la Regione ed anche più oltre.

Tuttavia, gli strumenti di attuazione del Psr sono ipotizzati in modo tale che il sostegno alle azioni riguardanti la città di Roma non graverà esclusivamente sulle risorse pubbliche destinate allo sviluppo rurale. In altre parole, l’inserimento di Roma serve per evidenziare come le azioni sostenute pubblicamente per lo sviluppo rurale si ripercuotano su un bacino di popolazione molto più ampio di quello direttamente coinvolto nel territorio rurale della Regione; in più, proprio su questa base, l’inserimento della Capitale rende possibile integrare negli strumenti attuativi dello sviluppo rurale anche politiche e soggetti finanziatori che hanno abitualmente come riferimento esclusivo il territorio urbano della Regione.

La progettazione integrata

Per evitare una dispersione “a pioggia” delle risorse, il Psr ha previsto tra gli strumenti attuativi il “progetto integrato”: un sistema di intervento che, partendo dalle esigenze del territorio, riesce a fondere in una prospettiva unitaria le differenti politiche e i diversi attori coinvolti. Tale strumento è particolarmente adatto per realizzare i complessi interventi nell’area metropolitana di Roma: dalla valorizzazione dei prodotti locali, che per le loro caratteristiche tipiche e la vicinanza al mercato finale si dimostrano adatti a soddisfare i bisogni dei consumatori romani, senza porsi in concorrenza con altre realtà, alla fornitura di servizi sociali mediante l’utilizzo di processi agricoli per integrare e talvolta supplire l’offerta di servizi, a cui i cittadini oggi possono accedere; il tutto nel quadro di una gestione del paesaggio e del patrimonio culturale che ne assicuri la tutela mediante interventi di valorizzazione.

La progettazione integrata presuppone uno scambio di conoscenza e di intenti, al fine di orientare le azioni dei privati e delle amministrazioni locali verso obiettivi comuni e condivisi. Si tratta di consentire un’azione di coordinamento non episodica, dettata cioè da eventi eccezionali da coordinare, ma continua, volta quindi a seguire progressivamente la costruzione di un’economia, una società e un ambiente che rappresentino realmente la migliore manifestazione della ruralità contemporanea.

I distretti rurali e agroalimentari

Con la recente approvazione del Regolamento attuativo è operante la Lr 23-1-2006 n. 1, che istituisce i distretti rurali e agroalimentari di qualità stabilendo una triplice finalità: favorire lo sviluppo rurale, valorizzare le vocazioni naturali del territorio e consolidare l’integrazione tra i diversi settori produttivi in ambito locale; con questo sottolineando, conseguentemente, lo stretto legame tra le politiche distrettuali e quelle di sviluppo rurale. A siffatta indicazione strategica fanno seguito nella legge regionale altri due aspetti di notevole importanza.

Il primo aspetto riguarda la possibilità per i distretti rurali di caratterizzarsi anche per la presenza di zone individuate ai sensi della Lr 22-12-1999 n. 40 “Programmazione integrata per la valorizzazione ambientale, culturale e turistica del territorio” e di percorsi realizzati ai sensi della Lr 3-8-2001 n. 21 “Disciplina delle strade del vino, dell’olio d’oliva e dei prodotti agro-alimentari tipici e tradizionali”.

Il secondo aspetto, fortemente innovativo, concerne la possibilità di riconoscere nel perimetro di un distretto rurale anche le aree agricole peri-urbane che, pur in contesti di forti dinamiche insediative extragricole, presentino uno spiccato interesse agricolo di carattere multifunzionale coerente con le politiche di sviluppo rurale e con le tradizioni e le vocazioni naturali del territorio. In base a questa normativa, il Comune di Roma e i Comuni dell’area metropolitana romana hanno la possibilità di promuovere, con le rappresentanze sociali, un distretto rurale: è questa un’ulteriore opportunità in mano alle forze locali per programmare ed attuare interventi realizzabili solo in un ambito di area vasta.

(Pubblicato in Urbanistica Informazioni, n. 210, 2007

Cooperativa Sociale "Agricoltura Nuova" - Roma

Cooperativa Sociale “Agricoltura Nuova” – Roma

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