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La mela di Voltaire

Nel Settecento, la scienza europea si convince di poter finalmente camminare con le proprie gambe e, grazie all’ideologia illuministica, manifesta un violento fenomeno di rigetto dell’antica cultura da cui era nata

Isaac Newton (Litografia del XIX secolo)

Isaac Newton (Litografia del XIX secolo)

L’idea della gravitazione non nasce con Isaac Newton, come ci hanno insegnato da bambini, ma è già presente in Aristotele. Il suo concetto di geocentrismo è strettamente legato alla gravità. Il centro della Terra, che è anche il centro immobile del cosmo, è il “luogo naturale” cui tendono a cadere tutti gli oggetti pesanti.  Gli oggetti leggeri tendono invece verso l’alto. Questa concezione, come tante altre opinioni aristoteliche, ha dominato nella tarda antichità e nel medioevo ed è stata spesso attribuita a tutti gli Antichi. A differenza di Aristotele, Aristarco ritiene che il centro del cosmo sia il Sole. E Archimede mostra l’inesistenza della “leggerezza” come proprietà opposta al peso. Ma conferma il principio di gravitazione nel dimostrare la forma sferica degli oceani in condizioni di riposo. Altri filosofi-scienziati dell’antichità sostengono l’esistenza di tanti centri di gravità, ciascuno caratteristico di un proprio mondo e senza interazione con gli altri. L’osservazione del fenomeno delle maree suggerisce ad altri pensatori e uomini di scienza la possibilità di una interazione gravitazionale tra corpi astronomici diversi.

Ma allora come la mettiamo con la storiella della mela che, cadendo in testa a Newton mentre dorme, lo avrebbe illuminato sull’idea della gravità? Newton ignorava le acquisizioni scientifiche del mondo antico?

No. Newton era perfettamente consapevole della scienza antica. E ne parla diffusamente nelle sue opere, mostrando ammirazione  per le acquisizioni scientifiche in età greca e in quella ellenistica. Come ne parlano con gratitudine Galileo, Copernico, Keplero, Torricelli.

Ma nel Settecento accade un fatto nuovo. La scienza europea si convince di poter finalmente camminare con le proprie gambe e, grazie all’ideologia illuministica,  manifesta un violento fenomeno di rigetto dell’antica cultura da cui era nata. Si arriva così a rimuoverne perfino il ricordo. E così s’incomincia a dire che la pneumatica nasce con Torricelli, seppellendo nell’oblio le opere di Erone e di Filone di Bisanzio. Si confezionano apocrifi di Aristarco di Samo per definire l’eliocentrismo un’idea copernicana.

È Voltaire a inventare e diffondere la leggenda della mela che cade in testa a Newton. Racconta l’aneddoto nella quindicesima delle Lettres philosophiques. Il filosofo illuminista è tra i più attivi e violenti detrattori del passato. Arriva perfino ad additare al pubblico disprezzo coloro che, come Louis Dutens, si oppongono alla nuova tendenza.  Sottolineando le conoscenze degli antichi, “oserebbero essere nemici del proprio secolo”.

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One Response to La mela di Voltaire

  1. Maurizio Rispondi

    4 settembre 2022 a 17:02

    Grazie a Lucio Russo e al Suo straordinario lavoro.

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