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Ricordo di Alberto Valentini

Lascia un vuoto incolmabile nella schiera, sempre più esile, dei cultori di quella particolare visione dello sviluppo della società che mette al centro le persone e le loro relazioni. Bisognerà studiare e approfondire i contributi di idee e i risultati delle ricerche sul campo che egli ci lascia e trasmetterli alle nuove generazioni di studiosi e operatori sociali

 

Da sinistra Gianni Palumbo, Eugenio De Crescenzo, Sandro Zioni, Alfonso Pascale, Alberto Valentini e Alberto Fasolo

Da sinistra Gianni Palumbo, Eugenio De Crescenzo, Sandro Zioni, Alfonso Pascale, Alberto Valentini e Alberto Fasolo

Ieri, all’età di 78 anni, è venuto a mancare Alberto Valentini, personalità di spicco del cattolicesimo democratico, studioso insigne di problemi economici e sociali e costruttore infaticabile di iniziative di sviluppo locale e di promozione della piccola e media impresa.

Sono particolarmente addolorato perché ho avuto il privilegio di essergli amico e di collaborare con lui in diverse iniziative di studio. Mi hanno sempre colpito il suo rigore intellettuale, l’approccio concreto ai problemi, la sua attitudine all’ascolto e al confronto pacato e la non comune sensibilità umana con cui si relazionava con gli altri. Ricordo con commozione i numerosi incontri di approfondimento sulle tematiche del welfare di comunità, a cui partecipavamo con appassionata assiduità presso la Fondazione Labos convocati dal comune amico Claudio Calvaruso, e la premurosa sollecitudine con cui volle promuovere, in diverse iniziative in giro per l’Italia, un mio libro che gli era piaciuto.

Ultimamente eravamo entrambi impegnati nel Comitato scientifico del Forum Terzo Settore Lazio, che egli presiedeva da cinque anni con cura, passione e competenza. Tra le sue ultime realizzazioni, mi piace ricordare il percorso di riflessione, che, a seguito dello scandalo di Mafia capitale, il Comitato ha offerto al Forum, e l’elaborazione di una Carta dei Valori, successivamente condivisa dalle organizzazioni del Terzo Settore.

Alberto coordinava anche la rete dei  “Comitati per l’imprenditorialità sociale e il microcredito”, come apporto scientifico al programma per lo start up di imprese sociali di Unioncamere, nel cui sistema aveva svolto diversi incarichi di responsabilità, dapprima in qualità di Vice Segretario e, successivamente, in numerose attività di ricerca e formazione.

Laureatosi in Economia e Commercio nel 1961 presso l’Università di Bologna, Alberto Valentini è stato ricercatore della Svimez. In tale veste ha partecipato ai primi studi per la Programmazione economica con Pasquale Saraceno e al Progetto Regionale Mediterraneo dell’OCSE. Nel 1964 è stato tra i fondatori del Censis, ricoprendo la responsabilità della Sezione “Sviluppo e processi formativi”. Inoltre, ha svolto la libera docenza di Statistica sociale presso l’Università La Sapienza.

Chiamato nel 1967 a svolgere la funzione di Direttore Generale dell’Enaip, è stato Segretario Nazionale delle Acli.

Componente del Comitato scientifico dell’Associazione italiana per la promozione della cultura e della cooperazione e del non profit, presieduto da Stefano Zamagni, ha svolto la funzione di consigliere d’amministrazione dell’Istituto per l’Ambiente, presieduto da Adolfo Beria d’Argentine, nonché dell’Agenzia per la promozione dell’innovazione tecnologica, presieduta da Gian Maria Gros Pietro.

Autore di numerosi lavori di carattere scientifico in materia di sviluppo economico e di problemi educativi e formativi, ha pubblicato nel 2011 “Maremma Globale. Un progetto territoriale di sviluppo locale” con la prefazione di Giuseppe De Rita.

La morte di Alberto Valentini lascia un vuoto incolmabile nella schiera, sempre più esile, dei cultori di quella particolare visione dello sviluppo della società che mette al centro le persone e le loro relazioni. Bisognerà ora studiare e approfondire attentamente i contributi di idee e i risultati delle ricerche sul campo che egli ci lascia e trasmetterli alle nuove generazioni di studiosi e di operatori sociali.

Intervento di Alberto Valentini all’incontro sul libro “Radici & Gemme” organizzato dall’ISTISSS, il 16 aprile 2014, presso la sua sede

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6 Responses to Ricordo di Alberto Valentini

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  2. Claudio Calvaruso Rispondi

    1 gennaio 2016 a 20:19

    Bravo Alfonso complimenti hai fatto una cosa che non avrei mai osato fare e che andava fatta perché Alberto meritava questo ed altro.
    Era veramente una persona bellissima e generosissima.
    L’idea di promuovere un gruppo di riflessione sulla povertà fu lui a darmela dopo aver letto un mio articolo in proposito e porterò a termine questo progetto nel quale spero di poterti avere con me.
    Un abbraccio.
    Claudio

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  4. Sabina Valentini Rispondi

    4 gennaio 2016 a 13:35

    Grazie, bellissime parole.

  5. Giuseppe Guerini Rispondi

    14 gennaio 2016 a 20:18

    Una ricordo meritatissimo ho conosciuto Alberto Valentini soltanto 6 anni fa, ne sono rimasto subito colpito per come era generoso e saggio, ma anche dotato di una profondissima umanità. Il recente convegno ecclesiale italiano, svoltosi a Firenze, era centrato sul tema “in Gesù Cristo un nuovo Umnesimo” ecco, per me Alberto Valentini ha interpretato un idea di un umanesimo dell’economia. Per questo nel suo caso la definizione di persona rilevantissima per il cattolicesimo popolare e per le idee di democrazia economica è più che una definizione. Diventa espressione della testimonianza. Ci mancherà Alberto.

  6. Fabio tongiorgi Rispondi

    25 gennaio 2016 a 22:45

    Ho avuto la fortuna e il privilegio di lavorare con Alberto come suo collaboratore negli anni in cui e’ stato amministratore delegato di Asseforcamere. L’inizio non fu facile e trovare una sintonia con lui richiese tempo. Dopo si sviluppo’, pero’, una forte comunanza e una intesa lavorativa ricca e stimolante. Insieme immaginammo e realizzammo a Firenze prima e a Roma poi i convegni sul ruolo delle aziende speciali nel sistema camerale, insieme gestimmo, in partenariato con altre Società, il progetto di e-learning della Regione Toscana Trio. Lasciata la guida dell’azienda e’ restato nel sistema camerale e abbiamo sempre avuto modo di incontrarci nelle occasioni ufficiali: lui impegnato nel terzo settore, io funzionario in una delle agenzie nazionali del sistema camerale. L’ho sentito l’ultima volta un paio di giorni prima di Natale. Non solo per gli auguri ma perche’, con la consueta curiosita’, voleva sapere che ne pensassi dell’attuale situazione del Sistema e della riforma in atto. Ci eravamo lasciati dandoci appuntamento per un caffe’ al rientro dale ferie. La notizia della sua scomparsa mi ha raggiunto troppo lontano da Roma per riuscire a dargli l’ultimo saluto. Ma il mio pensiero va spesso a lui…

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