L’Agricoltura Sociale non è solo diversificazione aziendale

(Intervento al Tavolo Permanente di Partenariato della Rete Rurale Nazionale sulle proposte emendative al Piano Strategico Nazionale (PSN) presentate dalla Rete Fattorie Sociali e condivise da Acli Terra, AIAB, ALPA e CNCA)

Nella versione in vigore del Piano Strategico Nazionale (PSN), l’agricoltura sociale costituisce un’azione chiave esclusivamente come un aspetto della diversificazione aziendale o come un’occasione per accrescere l’attrattività dei territori rurali. Tale approccio, in questa prima fase di applicazione dei Piani di Sviluppo Rurale (PSR), si è rivelato del tutto inadeguato a cogliere le potenzialità del fenomeno perché non tiene conto delle caratteristiche prevalenti dell’agricoltura sociale nel nostro paese, essenzialmente fondata sulla cooperazione sociale operante in ambito agricolo. Inoltre, l’esclusione dei Poli Urbani dal campo di applicazione dell’Asse III non ha permesso di promuovere tale modello laddove la domanda di servizi sociali si è fatta particolarmente acuta. Infine, la scelta delle Regioni di restringere l’ambito di applicazione della progettazione integrata territoriale alle sole misure dell’Asse III impedisce una reale integrazione tra i diversi interventi previsti dai PSR.

L’agricoltura sociale costituisce un particolare percorso di sviluppo rurale oltre che un modello specifico di welfare di comunità e si fonda sull’innovazione tecnologica e organizzativa, sul potenziamento del capitale umano e sulla diversificazione dei mercati dei prodotti agricoli indotta da una domanda composita che va comprendendo sempre più un orientamento dei consumatori verso prodotti ad alto contenuto etico. Si tratta dunque di un insieme di esperienze che presentano un elevato livello di complessità. 

Inoltre, la peculiarità dell’agricoltura sociale è nell’intimo intreccio tra il servizio sociale e l’esercizio dell’attività agricola, poiché detto servizio esplica la sua efficacia solo se la persona a cui è diretto viene pienamente coinvolta in un processo produttivo agricolo.

Tale intreccio si manifesta essenzialmente con due modalità: la prima riguarda l’inserimento lavorativo di persone con svantaggi o disagi in aziende agricole nella forma dell’assunzione oppure mediante percorsi di autoimprenditorialità; la seconda concerne l’erogazione di servizi terapeutici e riabilitativi a beneficio di utenti. Nel primo caso il nesso tra beneficio sociale e utilizzo di risorse agricole si realizza nell’attività principale di coltivazione e di allevamento; nel secondo caso detto intreccio si produce nell’ambito di una diversificazione delle attività aziendali configurandosi in un vero e proprio servizio sociale. 

In ambedue i casi, la dimensione sociale non pregiudica affatto le performance economiche delle aziende impegnate nell’agricoltura sociale, anzi costituisce un’opportunità per migliorarle grazie soprattutto alle innovazioni tecnologiche e organizzative necessarie per adattare i processi produttivi agricoli alle prerogative delle persone coinvolte. Tale adattamento spesso suggerisce di ripristinare modalità di produzione che la logica produttivistica che ha guidato il processo di industrializzazione dell’agricoltura aveva scartato e che oggi si rivelano utili per affrontare le nuove sfide ambientali.

Poiché le fattorie sociali per loro natura sono strategicamente orientate verso comportamenti coerenti con la sostenibilità ambientale e la giustizia sociale come due facce della stessa medaglia, esse sono fortemente interessate a seguire specifici e formalizzati percorsi aziendali e territoriali di Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI), fondati sull’inclusione sociale e lavorativa di persone in situazioni di svantaggio o di disagio, sul rispetto delle norme contrattuali e di sicurezza dei luoghi di lavoro, sulla valorizzazione di nuovi profili professionali, sull’adozione di processi agricoli integrati o improntati al metodo dell’agricoltura biologica, che permetterebbero di accrescere la capacità di valorizzare i beni e i servizi prodotti dalle aziende agricole e la competitività dei territori rurali in cui esse operano.

Inoltre, l’agricoltura sociale si rivela sempre più come una delle possibili risposte per fronteggiare l’esplosione di una crescente questione sociale che sta investendo le aree periurbane, su cui si riversano una serie di fenomeni che vanno dall’immigrazione al nomadismo, dalle nuove povertà alle devianze, fino al disagio sociale indotto dalla perdita di posti di lavoro a causa della crisi economica di questi mesi. Tali problematiche  diventano, altresì, un pretesto per una nuova e più forte pressione sulle aree agricole a fini speculativi. Di conseguenza, insediare nelle aree periurbane un’agricoltura di servizi costituisce un modo per resistere ai processi di cementificazione delle aree agricole. Ma tale risultato può ottenersi soltanto se si incentiva l’integrazione tra i diversi Assi del PSR e tra i diversi programmi di intervento sui territori, incentivando anche soggetti che non presentano caratteri imprenditoriali agricoli, come le cooperative sociali e le associazioni onlus, ma sono insediati su aree agricole, ad erogare servizi alla popolazione mediante l’utilizzo di risorse agricole.  

Le azioni a sostegno dell’agricoltura sociale dovranno, dunque, essere previste sia nell’Asse I  in riferimento alla promozione dell'ammodernamento e dell'innovazione nelle imprese e dell'integrazione delle filiere e al consolidamento e sviluppo della qualità della produzione agricola e forestale, sia nell’Asse III in relazione all’incremento dell’attrattività dei territori rurali per le imprese e la popolazione e al mantenimento e/o creazione di nuove opportunità occupazionali e di reddito in aree rurali.

A tale fine si propongono i seguenti emendamenti al PSN nella nuova versione  presentata al Tavolo di Partenariato.

Pag. 7 - Al paragrafo “L’evoluzione dei consumi alimentari in Italia”

 Dopo la frase: “Numerosi consumatori, infatti, hanno indirizzato le proprie scelte verso l’acquisto di prodotti:

….

a forte contenuto etico, per i quali si assicura che i lavoratori impiegati nel processo produttivo o di trasformazione non sono sfruttati, non operano in condizioni di scarsa sicurezza e che gli animali siano rispettati,

aggiungere la seguente interlinea:

dell’agricoltura sociale, in cui persone con diverse forme di svantaggio o disagio danno un senso alle proprie capacità e realizzano percorsi di autonomia.

 

Pag. 42 - Al paragrafo: “Settore agroindustriale e forestale”

Dopo la frase: “Aumentare il valore aggiunto delle produzioni agro-industriali e forestali, principalmente attraverso il miglioramento della qualità delle produzioni e, quindi:

….

incentivazione ai processi di certificazione forestale

aggiungere la seguente interlinea:

la realizzazione di apposite azioni di commercializzazione, marketing e informazione verso i consumatori riguardanti i prodotti provenienti dall’agricoltura sociale.

Pag. 52 - Al paragrafo: “Asse I “Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale” Promozione dell'ammodernamento e dell'innovazione nelle imprese e dell'integrazione delle filiere

Dopo la frase: “Le azioni-chiave da realizzare potrebbero interessare:

le singole imprese, per soddisfare le esigenze di ammodernamento aziendale, ristrutturazione (anche con riferimento all’aumento delle dimensioni aziendali), riconversione e adeguamento tecnologico, adeguamento agli standard (ambiente, igiene e benessere degli animali, sicurezza alimentare, sicurezza sul lavoro) e per migliorare…

aggiungere le seguenti parole:

…la capacità di inserimento lavorativo di persone svantaggiate o con disagi,…

Pag. 56 - Al paragrafo: Consolidamento e sviluppo della qualità della produzione agricola e forestale 

Dopo la frase: Sotto il profilo delle misure e/o combinazioni di misure, questo obiettivo può essere sostenuto attraverso:

la realizzazione di iniziative per la promozione dei prodotti di qualità, in particolare quelli biologici, finalizzate altresì a evidenziarne le caratteristiche di salubrità e sicurezza alimentare;

aggiungere la seguente interlinea:

la realizzazione di apposite azioni di commercializzazione, marketing e informazione verso i consumatori riguardanti i prodotti provenienti dall’agricoltura sociale.

Pag. 75 - Al paragrafo: Mantenimento e/o creazione di nuove opportunità occupazionali e di reddito in aree rurali

Dopo la frase: la creazione di iniziative che consentano una reale diversificazione delle attività agricole, concentrando l’attenzione, in relazione alle potenzialità dei territori, sulla qualificazione dell’offerta agri-turistica, la produzione di energia, la valorizzazione di prodotti di qualità del territorio (in particolare quelli biologici), le già ricordate iniziative di agricoltura sociale…

aggiungere le seguenti parole: …promosse anche da soggetti non agricoli a condizione che utilizzino risorse e strumenti propri dell’agricoltura…

Pag. 79 - Dopo la frase: “Le aree A di norma, in quanto non rurali, sono escluse dagli interventi dell'asse III e IV.” aggiungere la seguente: “Tuttavia le iniziative di agricoltura sociale, in quanto possono utilmente integrarsi con gli interventi socio-assistenziali e socio-sanitari previsti dalle politiche regionali e dalle politiche ordinarie nazionali e regionali e contribuire al rafforzamento delle reti di protezione sociale delle aree periurbane, dove si concentrano fenomeni gravi di esclusione sociale (immigrazione, nomadismo, nuove povertà, devianze, ecc.) possono trovare specifica e valida applicazione anche nelle aree A”

Pag. 81 - Al punto e) dopo le parole: ”il sostegno di investimenti per la diversificazione in aziende agricole verso attività multifunzionali, in particolare servizi ambientali e sociali, attraverso la corrispondente misura dell’Asse III” aggiungere le seguenti: “con particolare riferimento alle iniziative di agricoltura sociale rivolte a soddisfare la domanda di servizi socio-sanitari e socio-assistenziali proveniente dalle popolazioni urbane.”