Programma per l’istituzione degli Organismi pagatori regionali

Desidero dare atto al Presidente Antonio Buonfiglio ed al Consiglio di Amministrazione dell’AGEA di aver impresso un’accelerazione al processo di riorganizzazione dell’Agenzia, così come previsto dalla riforma ed oggi imposto dalle novità della nuova PAC.

Qualsiasi progetto di decentramento non ha un valore in sé, ma occorre valutarlo per la capacità effettiva di migliorare la competitività delle imprese e dei sistemi territoriali. Un decentramento impostato rigidamente in base al principio "o si avanza tutti insieme o si resta fermi", rischia di determinare il blocco del processo federalistico. Ha ragione il Professor Cassese quando dice che se il "fronte delle Regioni" continua a mantenere questo atteggiamento rischia di farsi esso stesso strumento di autocentralizzazione.

Si tratta, invece, di accettare un decentramento differenziato, con un passaggio progressivo di compiti alle Regioni, cominciando da quelle più attrezzate, per poi passare alle altre, a mano a mano che esse si dotano di uffici, personale, capacità organizzativa. Questo comporta una ristrutturazione a macchia di leopardo; un sistema di incentivi alle Regioni, perché si preparino; un programma aperto alla sperimentazione.

Ma un decentramento progressivo, differenziato, sperimentale ha bisogno di una direzione strategica o,  meglio, di un forte coordinamento strategico. Ci vuole, dunque, piena consapevolezza da parte di tutti che la messa a punto di strutture idonee per guidare e gestire un’operazione così complessa è la grande questione che bisogna affrontare.

Il Programma predisposto dall’AGEA contiene tutti gli elementi che possono tranquillizzarci circa l’idoneità e l’efficienza della struttura amministrativa che qui al centro deve guidare questo processo? Al momento abbiamo una struttura che gestisce centralmente il sistema delle erogazioni in agricoltura, e lo fa appaltando una serie considerevole di funzioni a strutture esterne fornitrici di servizi. Essa dovrebbe ora riconvertirsi in una struttura che dirige e coordina l’edificazione e il funzionamento di un sistema variamente decentrato sul territorio. Ma tali compiti, non essendo più gestionali, non si possono appaltare all’esterno; vanno svolti direttamente dall’Amministrazione. Questo aspetto non può rimanere in ombra nella nostra discussione, ma dovrebbe essere meglio evidenziato, perché è propedeutico alla realizzazione del Programma per istituire gli Organismi Pagatori nelle Regioni e superare gradualmente la funzione di Organismo Pagatore svolta dall’AGEA.

Noi siamo convinti che la facoltà di avere più soluzioni organizzative sia una opportunità per le Regioni. Tuttavia, resta una opportunità soltanto se ci muoviamo tutti in un quadro cooperativo e di interscambio; se rimaniamo tutti ancorati ad un sistema unitario di gestione. In sostanza, è utile diversificare i processi gestionali, ma a patto di perseguire obiettivi di funzionalità ed efficienza.

 La prova di questa disponibilità e di questo impegno la devono dare sia le Regioni sia AGEA. Nelle Regioni la sussidiarietà orizzontale che si è edificata nei rapporti tra gli Organismi Pagatori e i CAA, per quanto concerne i servizi delegati, andrebbe rafforzata mediante una concertazione tra l’Organismo Pagatore e le organizzazioni sociali, prendendo a  modello il Consiglio di Rappresentanza. In AGEA gli adattamenti necessari restano quelli che indicammo in occasione del Forum del 5 maggio, a partire dal potenziamento della struttura di coordinamento. L’efficacia di tale funzione è data dall’attribuzione effettiva alla struttura di coordinamento di tre compiti fondamentali: a) garantire un’interfaccia unica nei rapporti con la Commissione europea, nel promuovere l’applicazione armonizzata della normativa comunitaria e le relative procedure, nonché nel riorganizzare il sistema dei controlli; b) implementare il modello di gestione in modo omogeneo, soprattutto per quanto attiene i rapporti coi CAA, mediante la definizione di una convenzione standard; c) supportare lo sviluppo di un’autonoma capacità  organizzativa delle Regioni mediante la predisposizione di un servizio informativo condiviso.

Su questi tre punti occorre ancora lavorare riconvertendo complessivamente la struttura amministrativa dell’Agenzia, mediante la valorizzazione e l’inserimento delle competenze necessarie e stabilendo relazioni concertative efficaci con le Regioni e le forze sociali.

Per quanto riguarda, infine, l’esigenza di una gestione sostenibile del contenzioso amministrativo, non solo per chiudere il pregresso, ma soprattutto per guardare al futuro con maggiore serenità, occorre quanto prima scongelare e rilanciare la Camera Arbitrale, riorganizzando uno strumento che potrebbe essere utilizzato da tutto il sistema agricolo.